
La storia del veggente che avrebbe previsto la tragedia del Titanic
di Pompeo Maritati
La storia del veggente che avrebbe previsto la tragedia del Titanic è avvolta nel mistero e spesso viene associata a una figura quasi leggendaria. Uno degli episodi più noti riguarda Morgan Robertson, uno scrittore americano, che non era propriamente un veggente ma che scrisse un libro straordinariamente profetico.
Nel 1898, Robertson pubblicò un romanzo intitolato “Futility, or the Wreck of the Titan”. Questo libro raccontava la storia di un’enorme nave passeggeri chiamata Titan che, durante il suo viaggio inaugurale, colpì un iceberg e affondò nel Nord Atlantico. Le similitudini con il Titanic sono inquietanti: la nave immaginata da Robertson era descritta come “inaffondabile” e non aveva abbastanza scialuppe di salvataggio per tutti i passeggeri, proprio come il Titanic. Anche le dimensioni, la velocità e il numero di passeggeri erano stranamente simili tra la nave fittizia e quella reale.
Quando il Titanic affondò nel 1912, molti collegarono subito l’opera di Robertson alla tragedia, vedendo in lui un veggente o qualcuno con capacità profetiche. Tuttavia, Robertson stesso non si è mai definito tale. Egli attribuiva le coincidenze alla sua conoscenza del settore navale e alle tendenze tecnologiche del tempo, sostenendo di aver semplicemente scritto una storia basata sulle sue esperienze e su ciò che poteva immaginare come un possibile disastro.
Nonostante le spiegazioni razionali, il racconto di Morgan Robertson continua a essere citato come uno degli esempi più curiosi di premonizione nella letteratura. Il suo libro, che inizialmente passò inosservato, divenne poi celebre per la sorprendente accuratezza con cui anticipò uno degli eventi più tragici del XX secolo. Questo ha portato molte persone a vedere in lui una sorta di veggente involontario, capace di prevedere con anni di anticipo un destino che nessuno avrebbe potuto immaginare.

